Il mio capodanno

Lo dico da sempre: l’autunno è il mio capodanno. Sin da quando ero bambina, per me l’arrivo dell’autunno era sintomo di rinascita, cambiamento, nuovi inizi. E anche solo andare a comprare il diario per la scuola era una festa! Si lo ammetto, adoravo andare a scuola (poi alle superiori questo amore si è assopito c’è da dirlo eh). Adoravo fare i compiti, leggere e scrivere. Adoravo il profumo delle matite e delle gomme e ancora adesso per me entrare in cartoleria o in libreria è pura gioia. Sniffo libri quaderni e astucci manco fossero tartufi pregiati e io un cane ben istruito. Un’agenda nuova e pulita, una nuova penna poggiata sopra, mille  progetti nella testa. E questo rituale si ripete ogni anno per me, da che ho memoria. E fino a sette anni fa, tra l’altro, funzionava alla grande. Il 31 agosto, con un pò di malinconia (ma manco per nulla, ho sempre odiato l’estate e il caldo e le zanzare e la caciara in spiaggia) salutavo le vacanze, sognando già quelle di Natale. Il 1 settembre entravo in cartoleria, compravo un’agenda fighissima, la penna più coatta che riuscivo a trovare (per quanto possa essere coatta una penna), una manciata di matite (le matite vecchie sono un insulto alla scrittura sappiatelo), una gomma, e ovviamente un pacco formato famiglia di post-it colorati. Poi tornavo a casa (ovviamente nel tragitto cappuccino e cornetto immancabili) e buttavo giù i miei “progetti per il nuovo anno”. Ah che meraviglia! Titolo in rosso, sottotitolo in verde, breve descrizione in blu o nero, passata di evidenziatore, asterischi per note a piè di pagina. E dal giorno successivo mi mettevo in moto…esami all’università, lavoro, modifiche in casa, cose da fare da comprare da vedere da studiare. Clienti da contattare, mailing list e pubblicità da sistemare, fatture da archiviare. E facevo tutto! Nulla restava indietro, e anzi se mi sbrigavo a fare ciò che avevo in scadenza, mi portavo avanti con tutto il resto. 

Inutile che vi racconti che da quando sono mamma, le cose sono un attimino cambiate. Volete sapere com’è andato il mio ultimo capodanno? Siamo rientrati dalla Sardegna il 2 settembre. Porca miseria, in ritardo di un giorno sull’acquisto dell’agenda. Vabbè poco male, qualcosa si rimedia. I giorni successivi, figli a scuola, frugando nei vari cassetti e mobili incasinati in modo inverosimile, ho trovato un vecchio diario, di quelli che devi compilare mettendoci tu la data. Poteva andare peggio dai. Era pure carino, tutto fiorato (non è vero, una roba madeinchina indecente). Mi metto seduta in cucina, con la mia tazzina di caffè fumante, levo  il tappo alla mia penna (si, vecchia…sarà quello che ha portato male…) e apro la prima pagina. Cazzo! È già scritta! In rosso, in alto, leggo “4 settembre 2015”. Si lo so. Siamo nel 2016. E ancora più giù leggo “to do list”…ok…è uno scherzo? Se è così è di pessimo gusto. Continuo a leggere, la grafia è la mia, uno stampatello ordinato alternato da un corsivo sbilenco degno della mancina che sono. Ok, quelle cose le ho scritte io. Esattamente un anno fa. Una lista lunghissima di cosa da fare, e non ce n’è una e dico una spuntata. Vabbè penso, non è possibile. Leggiamo per bene, forse le ho fatte ma ho scordato di spuntarle. Insomma non posso aver passato un anno nullafacente totale. Punto 1: sistemare bagno ospiti…è vero non l’ho fatto, ma non è poi così urgente suvvia…punto 2: sgombrare veranda camera bimbi…non l’ho fatto, ma chi ci va in quella veranda dai!…punto 3: lavare tende…ma che cavolo!!…non ho lavato nemmeno le tende????? Punto 4: portare giochi vecchi dalle suore…miiiiiiii porca miseria! I giochi in cantinaaaaa!...Punto 5: pagare bolletta conguaglio luce…vabbè questa devo averla fatta per forza, la corrente c’è…Punto 25…33…41…niente, nessuna spunta!!! Una lista infinita di cose più o meno importanti e ne avevo fatte una decina a dir tanto. Ma com’è potuto succedere??? 

Non mi riesco a capacitare, eppure sono sicurissima di essere arrivata ad agosto con una stanchezza addosso infinita. Ma stando a questa lista, io per un anno non ho fatto nulla!!! E…driiiiiiinnnnn!!!!!!!!!!!! Il mio cellulare trilla…il numero della scuola…

“Si pronto!” signora buongiorno, chiamo per Eleonora Cesaroni, lei è la madre? “dipende, cosa ha fatto?!”. Risata isterica (mia), mugugno (della segretaria). Signora guardi dovrebbe venire a prendere la bimba perché lamenta mal di testa e mal di pancia. “ Ma io stavo facendo la to do list, e la scuola è iniziata solo ieri, ma non avete pietà? Ho il caffè qui accanto…sono in pantofole…non vi faccio pena…siete sicuri che sta davvero male?”…Signora guardi, noi non possiamo prenderci la responsabilità di valutare se la bimba sta male o no…

E certo! Non possono prendersi la responsabilità! Brutti brutti cattivi! Mi vesto e vado a prenderla. Quando arrivo, la bidella in guardiola mi fissa mangiando una coppetta di gelato rosa annacquato e mi dice “desidera??”. “ Sono venuta a prendere mia figlia, sta male”. “Ah si, la bimba col mal d’orecchi! Ora la chiamo! E io “no no mi scusi, ma a me hanno detto che aveva mal di testa e mal di pancia!”…la bidella sghignazza e dice “vabbè signora, si sa no…una cosa vale l’altra!”. Il mio occhio balla e quando vedo la faccia di mia figlia, falsa come una moneta da tre euro, capisco tutto. Me l’avete fatta, bravi! Tu, sangue del mio sangue, m’hai fatto venì senza motivo e voi le avete retto il gioco! Bravi! Se c’è una giustizia a questo mondo, domattina avrete tutti la dissenteria! Preside inclusa! 

Porto la nana a casa, cazziandola in macchina come se non ci fosse un domani, e niente fine della giornata. Con lei in casa è impossibile anche pisciare senza testimoni. Ma dentro di me penso ok, stavolta m’hai fregato, ma domattina sfanculi a scuola, tu e tuo fratello! E pregate che vengo a riprendervi alle 4! Arriva la sera, andiamo a nanna e verso le 22 riesco a mettermi al pc…mezz’ora di svago per me…quando dal baby monitor sento strani mugugni…vado nella loro stanzetta pensando che Samu abbia perso il ciuccio o che si sia scoperto. Accendo la luce e lui è seduto nel lettino che vomita tipo fontana! Vomita la culla, il pavimento, il tappeto e il letto della sorella. E quando lo tiro su vomita pure addosso a me! E che cazzzzz figlio mio! Ma che te sei magnato i cadaveri?! E via…una nottata chini sul wc. L’indomani mattina, 4 ore a lavare coperte lenzuola tappeti, e ovviamente fuori diluvia perché non sia mai che poteva fare una mezza giornata di sole affinché tutto si asciugasse! Ma no! Troppa grazia! E ovviamente, a rotazione, ce lo passiamo tutti sto vomitino. E dopo una decina di giorni, tutto torna finalmente alla normalità. I bambini vanno a scuola, io riapro l’orribile agenda e decido che riprenderò da dove ho lasciato l’anno prima. Quindi ricontrollo ogni singolo punto e la mattinata passa senza intoppi. Riesco persino a fare la spesa e a riposare mezz’ora sul divano dopo pranzo (e pensate, ho anche pranzato seduta a tavola). Alle 15,30 vado a prendere il nanetto. Alle 15,39 bacio il nanetto e sento la fronte un pò calda. Alle 15,40 mi si smonta la gabbia toracica per la disperazione. Alle 16,30 vado a prendere la nana. La bacio e sento la fronte un po’ calda. Alle 16,31 me cascano le braccia e mi butto per terra sul marciapiede davanti scuola piangendo. Ma l’amica ti conforta e ti dice “dai vedrai che sono solo accaldati”. Alle 17 sono tutti e due sul divano e hanno 38 di febbre. Ed è solo l’inizio. L’inizio di un anno in cui ancora una volta dovrò combattere per far capire al sistema immunitario dei miei figli che porca miseria, deve iniziare a mettersi una mano sulla coscienza! Basta con questa dipendenza da tachipirina, supera il problema e vai avanti! Reagisci! Non se ne può più! 

E niente, siamo quasi a metà novembre, ho già messo i piumoni sui letti e fatto fare il controllo periodico alla caldaia…ma la mia  to do list giace impolverata sul tavolo della cucina. Quasi quasi ci scrivo sopra 2017 e non ne parliamo più fino al prossimo settembre.

Cinzia Derosas

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Sara

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Cecilia

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