La prima uscita

Nell'appartamento di prima non avevamo giardino e nemmeno un balcone, quindi ci eravamo attrezzati per poter portare Cucciola all'aperto. Certo non era un 'operazione proprio semplice, specie la "messa in sicurezza" della sua zona, ma cercavamo di fare del nostro meglio e lei gradiva.
Io – Allora siamo pronti per uscire?
Lui – Certo che alle 7.30 della domenica mattina quelli che ci vedono caricare così la macchina penseranno che stiamo per espatriare
Io – Non si sa mai, meglio portare roba in più che in meno
Lui – Sì ma non esagerare, stiamo via un paio d'ore, la scorta di fieno mi sembra un accesso
Io – Dici
Lui – Sì!
Io – Allora: rete, martello, gabbietta, acqua fresca, teli mare, mi pare ci sia tutto... , Cucciola, manchi solo tu
Cucciola – Cosa fate? Dove portate le mie cose? Ce ne andiamo, ma qui è tutto mio!
Io – Dai dentro nella gabbietta che si parte
Cucciola – Non andremo dal dottore sul tavolo magico? Non lo sopporto quando mi mette il termometro dietro la coda, lo trovo irrispettoso...
Operazione non semplice farla entrare nella gabbietta vista che tutt'ora non è abituata ed una volta chiusa lei si agita come un leone in gabbia... Arrivati al parco più o meno funzionava così...
Io – Deve essere un posto tranquillo non troppo di passaggio
Lui – Sai la domenica a quest'ora a febbraio non penso ci sia ressa. La gente penserà o che andiamo in camporella o che stiamo per abbandonare qualcosa
Io – Dai dai che qui è perfetto
Cercavamo una zona tranquilla del parco, un po' interna, vicino agli alberi, verificavamo che a terra non ci fossero plastica, vetri, sporcizia e cose pericolose per lei e per noi, montavamo una rete precedentementelegata a dei paletti, a maglie strette e abbastanza lunga a formare un recinto, la picchiavamo nel terreno con il martello, poi su una parte fermavamo il telo mare per creare una zona d'ombra e riparata da occhi indiscreti, mettavamo all'interno del recinto la gabbietta con Cucciola (che per fare 300 metri in macchina casa / parco si era fatta la pipì addosso e tremava come una foglia) e la liberavamo. Intanto facevamo da vedette al fortino, evitando che se i pochi a spasso con il cane si avvicinassero troppo perché lei non era abituata e già la cosa la rendeva in certi momenti allertata e poi perché il recinto non avrebbe retto il peso di un cane incuriosito che cerca magari si scavalcare.
La prima volta sono rimasta un po' scioccata: appena aperto lo sportellino e saltata fuori è ... risaltata dentro! Si puliva le zampe in maniera forsennata, cacciava fuori il musino dalla gabbietta senza capire.
Cucciola – Ma questo pavimento è tipo morbido? Cos'è sta roba verdina tutto intorno?
Io – Amore dai esci è erba... caspita non l'hai mai vista!!!
Cucciola – Ok io ci provo ma non garantisco, non è semplice
Poi un passo, due e tre e via, che salti!
Io – Guarda com'è brava, Cucciola sei bravissima!
Lui – Sta saltando, non leggendo un libro in aramaico... E' nella sua natura.
Io – Quante cose sono nella tua natura e non le fai...
Lui – Mmmmmm...
Cucciola – Visto, faccio i salti e corro e cambio direzione in un attimo
Io – Brava Cucciola!
Cucciola – Sì adesso mi chiamo brava cucciola
Io – Qui c'è il tuo fieno e qui il beverino con l'acqua
Cucciola – No mamma non ho tempo, adesso devo fare brava cucciola
Una bellissima giornata, invernale ma calda, con quel sole che ti intiepidisce e la tranquillità del parco la domenica mattina.
A volte correva, smusettava, camminava ed ispezionava, a volte si stancava e si sdraiava sul prato, brucava l'erbetta fino ad allora mai vista (!), si faceva coccolare e quando doveva far pipì rientrava nella gabbietta... non si lascia in giro niente!

Sara

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Cecilia

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