Tutti i falsi miti della zia Ignazia sull'allattamento

Continuo parlare con donne, persone colte, intelligenti e al passo con i tempi, che dicono in gravidanza: "speriamo che mi venga il latte. Mia mamma dice che non le è mai venuto." Ora è giunto il momento di smentire questi falsi miti, basta, non se ne può più di sentire certe cose. Sono davvero infondate, assurde. Questo non vuol dire che l'allattamento al seno, sopratutto all'inizio sia semplice e facile come accendere un interruttore, ma è un meccanismo fisiologico, è una ghiandola che se stimolata produce latte. La variabile non è il seno ma la stimolazione che spesso non avviene a causa di aggiunte (si instaura quindi il circolo vizioso del bambino sazio di biberon che non stimola il seno nella quantità necessaria per produrre la giusta quantità di latte per lui). Il secondo punto è che ogni storia di una mamma e del suo bimbo è a sè, ci sono tante variabili emotive e in generale infinite situazioni pratiche in cui a volte si fa la scelta di privilegiare la serenità di noi mamme fondamentale per il bambino. Ma tutti (o quasi) i seni, se messi nelle giuste condizioni, producono latte. 

Ecco allora che la nostra ostetrica Eleonora Bernardini nel libro Mamme pret a porter, il primo anno insieme, risponde a tutti i falsi miti della nostra Zia Ignazia.

 

•A LEI NON È VENUTO IL LATTE

"L'assenza totale di latte è un evento rarissimo, denominato "agalattia". È molto più probabile che il seno di quella mamma non sia stato stimolato a produrre il latte. Già in gravidanza, prima del parto, la mamma produce il colostro, il primo importante alimento del neonato. Successivamente, intorno alla terza-quinta giornata dopo la nascita, grazie ai cambiamenti ormonali e allo stimolo della suzione del bambino sul seno, la mamma vive la cosiddetta "montata lattea". Occorre sapere che non sempre questo momento tanto atteso dalle neo-mamme si manifesta con un seno enorme, gonfi o, teso, dolente: il cambiamento avviene a livello della produzione, il colostro diventa latte, anche se il vostro seno vi sembra quasi lo stesso di sempre e non vi sembra che stia per scoppiare!"

 

•A LUIGIA È VENUTO POCO LATTE

"Quando si parla di "poco latte", occorre dire che a volte capita che questa sia, più che una realtà, un comprensibile dubbio della neo-mamma, preoccupata per non avere un seno che "scoppia", duro, teso, dolente, e che dà l'idea di essere pieno. Questi, però, non sono segni obbligatori di un'insufficiente presenza di latte, anzi sono solitamente segni di un ingorgo o di una stasi del latte. A volte, invece, sono le continue domande da parte di altre persone a mettere in dubbio la mamma sulla propria naturale capacità di produrre il giusto latte per il proprio bambino.
I casi in cui il latte prodotto è eff ettivamente poco, però, possono essere possibili, e fortunatamente quasi sempre risolvibili. Le cause possono essere molteplici: un mancato o non suffi ciente stimolo del seno, dovuto a un attacco non corretto; la separazione della mamma dal bambino per un lungo periodo subito dopo la nascita; l'introduzione di aggiunte di latte artificiale; un non adeguato svuotamento del seno; la mancanza di un supporto e di un vero aiuto, ecc.Spesso si consiglia alle mamme di eff ettuare una "doppia pesata" per avere un dato certo, per scoprire quanto peso è in grado di prendere il bambino. Questa pratica, che consiste nel pesare il bambino prima e dopo la poppata per scoprire quanto ha mangiato, non ha in realtà nessun reale beneficio: il nostro bambino sa regolarsi da sé! I continui controlli possono, invece, aumentare lo stress della mamma. È invece importante circondarsi del supporto della propria famiglia e delle amiche: l'ossitocina ha bisogno di amore e sostegno per funzionare bene, consentire alla mamma di svuotare il seno e riempirlo per la poppata successiva. In caso di necessità, poter essere aiutate da un'ostetrica o da una consulente dell'allattamento, anche già dai primissimi giorni dopo la nascita, può fare la differenza."

 

•A SILVIA IL BAMBINO PROPRIO NON SI ATTACCAVA

"È vero, a volte i primi giorni possono essere diffi cili, non sempre tutto inizia con grande facilità e senza disturbi: sia la mamma che il bambino devono conoscersi e imparare l'allattamento. Ma si tratta di tempo, a volte anche breve: la costanza, il giusto aiuto di un'ostetrica e magari anche l'uso di strumenti di supporto come i paracapezzoli, la spremitura manuale o il tiralatte utilizzati sotto la guida di un'ostetrica, evitando il fai-da-te, possono aiutare a superare i primi ostacoli."

 

•ALLA SUA VICINA IL BAMBINO HA ROVINATO IL SENO (RAGADI E ESTETICA DEL SENO)

"Le ragadi guariscono e, nel corso della vita, il seno tenderà normalmente a cambiare, subendo gli eff etti della forza di gravità. Ad ogni modo, se vi trovate a chiedervi se allattare o meno per questioni estetiche, ricordate che i cambiamenti strutturali del seno sono già stati indotti dalla gravidanza. Se avete avuto un bambino, quindi, non temete per la forma del vostro seno, perché non c'è niente che l'allattamento possa fare al riguardo. Dunque, non private voi e il vostro bambino dell'esperienza dell'allattamento al seno in nome dell'estetica... per questo esistono i reggiseni push-up! A proposito di "rovinarsi il seno", lo sapete che l'allattamento materno è un importantissimo fattore di protezione per il cancro della mammella?"

 

•IL LATTE DI SARA ERA POCO NUTRIENTE (HA FATTO ANCHE GLI ESAMI!).

"Diffidate di chiunque vi dica che il vostro latte è poco nutriente, poco grasso, poco buono, poco tutto: a meno di patologie specifi che, come ad esempio l'HIV, il latte della mamma è il miglior alimento per il suo bambino, e non serve farlo analizzare per saperlo. Il latte della mamma contiene tutti i nutrienti e i fattori di protezione di cui il bambino ha bisogno in quel preciso momento: è un latte talmente buono e "intelligente" che è in grado di crescere e modifi carsi sia nel corso della poppata, che durante tutta la crescita del bambino, nei mesi e negli anni. Allattare al seno è una scelta, non un obbligo, ma occorre sapere che la composizione del latte materno è certamente migliore di quella di qualsiasi latte artifi ciale: è più facilmente digeribile, contiene l'esatta quantità necessaria di nutrimenti, è in grado di off rire protezione immunologica, donando benefi ci a breve e lungo termine."

 

•IL BAMBINO PER DORMIRE AVEVA BISOGNO DELL'AGGIUNTA

"Se per un mancato stimolo adeguato il seno produce meno di quanto eff ettivamente necessario per quel bambino, può essere necessario l'uso dell'aggiunta per soddisfare il bebè. A volte, un errore nell'attacco può causare non solo uno stimolo inadeguato, ma anche un insufficiente svuotamento
del seno: se questo accade, si scatena l'azione di fattori che inibiscono l'azione della prolattina e quindi diminuiscono o bloccano temporaneamente la produzione de latte. A lungo andare, se la situazione non viene risolta e la mamma non viene aiutata a svuotare il seno a dovere, la produzione di latte diminuisce, diventando insuffi ciente per quel bambino, richiedendo infi ne l'uso dell'aggiunta.
Se abbiamo parlato di "circolo virtuoso" riguardo al meccanismo richiesta-offerta-stimolazione-produzione, è facile capire come l'introduzione dell'aggiunta e un aumento progressivo di latte artificiale può invece essere defi nito un "circolo vizioso", in grado di prolungare il bisogno dell'aggiunta stessa, fino a far lentamente diminuire, e infi ne cessare, la produzione di latte materno. Ma ecco la novità: questa situazione non è irreversibile ed eliminare o ridurre l'aggiunta si può! Se questo è il vostro obiettivo, un'ostetrica potrà aiutarvi a trovare il metodo per voi più adatto."


•I BAMBINI ALLATTATI DORMONO MENO PERCHÉ HANNO PIÙ FAME

"Uno dei tanti vantaggi dell'allattamento al seno è quello di non doversi preoccupare di quanto latte preparare, quanto latte mangerà, quanto latte deciderà di avanzare: il bambino sa regolarsi da solo, sa capire se ha semplicemente sete, voglia di essere coccolato... o proprio fame! È probabile, invece, che un bambino allattato al seno richieda di poppare anche senza un bisogno alimentare, ma per essere coccolato, per stare bene, per ritrovare la sua mamma: alla stessa maniera, un bambino non allattato al seno chiederà attenzioni alla sua mamma, non attraverso il seno ma, magari, grazie all'abbraccio e alle coccole. D'altra parte, però, è dimostrato come nell'allattamento al seno sia più rapido il riaddormentamento sia di bimbo che di mamma, grazie alle endorfi ne contenute nel latte materno."

 

• SE IL BAMBINO HA PROBLEMI DI REFLUSSO E COLICHE, MEGLIO USARE IL LATTE ARTIFICIALE

"Se reflusso e coliche possono essere in parte attribuiti alla normale immaturità del sistema digerente del bambino, perché un latte artifi ciale, standard, non specifico, dovrebbe aiutare questo bambino nelle sue naturali e fi siologiche funzioni? Il latte della mamma è più digeribile e ricco di sali che stimolano la peristalsi intestinale. I disturbi da reflusso o le coliche possono interessare sia neonati al seno che non, ma il latte artifi ciale non porta vantaggi in questo senso; può, semmai, rendere più diffi coltosa la digestione, mentre il latte della mamma può favorire la maturazione del sistema gastrointestinale e la sua normale attività."

 

•CON L'ALLATTAMENTO NON SAI MAI QUANTO MANGIA

"Questo è assolutamente vero. Mi capita spesso di chiedermi, però, come mai noi adulti non misuriamo mai tutto quello che abbiamo nel piatto, ad ogni pasto, mentre siamo così interessati a farlo con i neonati. Sicuramente la risposta sta nel voler essere certi che il bambino stia bene, che mangi quello di cui ha bisogno, che non gli si stia facendo mancare nulla. La bellezza dell'allattamento al seno sta proprio in questo: sapere che il bambino sano (non prematuro, non gravemente ammalato) è talmente intelligente  da sapere da sé quando è pieno e quando ha fame, e che mamma  papà non devono fare altro che seguirlo. Così come il neonato è in grado di lanciare segnali di fame (cerca il seno con la bocca girando la testa a destra e a sinistra, tira fuori la lingua con insistenza, piange), è in grado di farci capire che la pappa era buona, e suffi ciente. Misurare quanto mangia è un qualcosa che rassicura noi adulti, non il bambino. Anche noi, però, possiamo imparare a misurare e a interpretare gli altri fattori e segnali di sazietà, che ci fanno capire che sta mangiando abbastanza: il bambino sceglie da sé quando la poppata è finita, si stacca dal seno soddisfatto, sveglio e tranquillo, oppure addormentato. Possiamo controllarne il livello di idratazione contando che, nelle 24 ore, bagni almeno 6 pannolini di pipì e che la cute non appaia evidentemente secca. Possiamo anche valutarne la crescita pesandolo non più di una volta alla settimana, ricordando che l'aumento di peso non è sempre costante e lineare: potrebbe, ad esempio, crescere molto per un certo periodo e, successivamente, rallentare un po'."

 

•PRENDE IL VIZIO DEL SENO

"Per il neonato, attaccarsi al seno della mamma è un bisogno che non è solamente riconducibile al bisogno di mangiare: il seno della mamma, così come stare tra le sue braccia e sentirsi coccolato, consente al piccolo di ritrovare se stesso, riassaporando le sensazioni provate in gravidanza, al caldo della protezione dell'utero materno, grazie al ricordo sensoriale e al ritrovo di un senso di benessere. Poppando al seno, infatti, il bambino non solo mangia, ma annusa, assapora, ascolta e tocca la sua mamma, riesce a rientrare in contatto con lei fi n nelle viscere. Inoltre, succhiare gli consente di produrre endorfine, che hanno azione analgesica e donano una sensazione di serenità: ecco perché, in caso di pianto, l'attacco al seno aiuta a calmare i bambini. Similmente, i bambini ammalati o con disturbi e dolore potrebbero richiedere più spesso di attaccarsi al seno anche per brevi poppate, indipendentemente dal bisogno di mangiare."

 

•IL BAMBINO SI ATTACCHERÀ OGNI DIECI MINUTI PER I PRIMI TRE MESI

"Quando si parla di bambini e di crescita, non esistono regole sempre valide per tutti: questo vale anche per l'allattamento! Non possiamo sapere quali saranno le necessità del nostro bambino dopo la nascita. Se abbiamo visto che il bambino sa regolarsi da sé in base alle proprie necessità, possiamo stare tranquilli sapendo che sarà in grado di decidere non solo ogni quanto attaccarsi, ma anche per quanto tempo succhiare il seno.
Per poter rispondere alle esigenze del neonato, l'allattamento al seno ha bisogno di essere "a richiesta": quando il bambino ha bisogno, la mamma offre, senza pensare a regole, tabelle, registri, orari e orologi."

 

Articolo tratto da Mamme pret a porter, il primo anno insieme, Mental Fitness Publishing

 

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Sara

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Cecilia

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