Essere Hygge al lavoro e in ufficio

La casa di certo è il regno dell’Hygge, lo stile di vita danese per il quale accoglienza, benessere, confort e tempo passato in famiglia stanno alla base della felicità. Tuttavia non è vietato (ma, anzi, consigliato!) portare l’Hygge in tutti gli aspetti della nostra vita: il benessere che genera questa filosofia non può che essere un toccasana per tutte le situazioni, per ridurre lo stress e per iniziare ad apprezzare davvero tutti gli attimi che viviamo durante la giornata, anche quelli che magari considereremmo semplicemente noiosi, faticosi o poco interessanti.

Essere Hygge al lavoro e in ufficio: come portare lo stile di vita danese anche in ufficio, per ridurre lo stress, apprezzare le giornate e coltivare la felicità anche quando siamo sommersi dai “doveri”

Diciamo innanzitutto che portare l’Hygge in tutte le situazioni della nostra vita è davvero facile e per farlo dobbiamo semplicemente traslare le regole (piacevolissime!) che già applichiamo in casa anche negli altri momenti della giornata.

Su tutto, al lavoro. Per rendere il nostro lavoro e il nostro luogo professionale super Hygge, bastano pochi gesti.

Prima di tutto, curiamo la nostra scrivania rendendola piacevole e accogliente, un pochino più divertente e meno minimale (ma senza per forza trasformarla in qualcosa di disordinato). Portiamo, ad esempio, una tazza da casa, senza comprarla apposta: ci ricorderà inconsciamente la confortevolezza dei nostri spazi intimi (e sarà utile per il punto successivo!).

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L’Hygge riguarda molto anche le amicizie e le relazioni, da coltivare con amore: ecco perché dovremmo sempre cercare di legare con i nostri colleghi (con i quali, se ci pensiamo, passiamo davvero moltissimo tempo della nostra vita!): prendiamo come abitudine le pause caffè insieme (con la nostra tazza accoccolante) e concediamoci ogni tanto un aperitivo con loro.

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Portiamo delle fotografie di famiglia che ci fanno sorridere e che ci riempiono il cuore, sistemandole sulla scrivania in cornici carine (non incollandole semplicemente al muro in maniera triste, a meno che non scegliamo del washi-tape stiloso, come questi o questi). Non dimentichiamo, però, anche le piante da interno, perché una delle regole dell’Hygge è quella che prevede di portare la natura dentro!

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Per mantenere quel senso di calore non solo emotivo ma anche fisico che è tipico dell’Hygge, teniamo sotto alla scrivania una bella coperta di lana: a volte i colleghi preferiscono il fresco ma noi siamo freddolose? Non sarà più un problema, e anche voi apprezzerete l’occasione di potervi accoccolare nella lana.

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Hygge è famiglia, e quindi anche quando siamo al lavoro è meglio non perderla di vista. Apprezziamo il tempo passato lì, cercando di stare bene e di rendere le giornate piacevoli, produttive e complete, ma poi non dimentichiamoci di casa nostra: evitiamo troppi straordinari e, come i danesi, usciamo sempre dal lavoro negli orari prestabiliti, non tardi. In questo modo avremo tutti il tempo per goderci la nostra casa e la nostra famiglia, lo stress si ridurrà e saremo anche più produttivi, oltre che in pace.

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C’è chi riesce a lavorare con un sottofondo musicale e chi no. In ogni caso, se amate la musica bassa che vi avvolge, cercate di creare una playlist soft e rilassante, calda e acustica (utilizzando i servizi online ormai possiamo crearne di tutti i tipi in maniera semplicissima; noi ad esempio utilizziamo o Spotify o Amazon Music Unlimited).

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Quando possibile, usciamo a pranzo portandoci la schiscetta all’aperto (sempre con i colleghi!): anche se con le piantine sulla scrivania il verde non ci manca, passare del tempo su un prato è sempre un piacere rilassante.

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Infine, non lesiniamo sui complimenti: essere Hygge significa essere accoglienti e significa soprattutto, letteralmente, pensare o sentirsi soddisfatti. Un complimento anche piccolo a volte fa miracoli: si crea un circolo virtuoso di gentilezza, infonde autostima, e non c’è niente di più piacevole (e produttivo) di un posto di lavoro sul quale tutti si sentono apprezzati e valorizzati.

Giulia Mandrino 

 

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