Leboyer, per un parto che sia il più dolce possibile

Parto traumatico, parto pesante, esperienza terribile, ricordi tremendi: in un mare di madri che hanno vissuto il parto in maniera tranquilla e serena, ce ne sono ancora troppe che lo vivono male non per colpa dell’atto in sé, ma per la mancanza di cure o per il poco tatto che trovano attorno a loro.

Eppure c’è chi già nel secolo scorso aveva raccomandato la dolcezza del parto. Si tratta di Frédérick Leboyer, ginecologo e ostetrico francese ideatore del “parto dolce”, che non ha solo teorizzato l’importanza della nascita senza traumi ma che, tra le altre cose, ha introdotto il messaggio neonatale.

Leboyer, per un parto che sia il più dolce possibile: perché il bambino dovrebbe nascere senza traumi e come farlo, secondo Frédérick Leboyer

Frédérick Leboyer è vissuto nel secolo scorso ed è stato uno tra i ginecologi ed ostetrici più rinomati al mondo. A lui si deve la teoria secondo la quale il bambino dovrebbe nascere senza traumi (o comunque minimizzandoli il più possibile). Teoria che mise in pratica nella sua clinica parigina, nella quale ginecologi e ostetrici mettevano al mondo i bambini seguendo regole e iter studiati apposta per permettere al bambino una nascita senza inutili violenze o traumi.

Il metodo Leboyer si fonda essenzialmente su un concetto molto semplice eppure a volte dato per scontato o dimenticato: la mamma e il bambino hanno il DIRITTO ad un parto dolce e ad una buona nascita. E questo lo si ottiene con pochi ma fondamentali accorgimenti che le strutture ospedaliere o neonatali dovrebbero sempre prendere in considerazione.

L’importanza della nascita dolce è supportata da molte teorie psicologiche e neurologiche secondo le quali sono proprio le prime fasi nella vita a decidere il futuro mentale e fisico dell’essere umano. A seconda infatti del trauma vissuto durante il parto, il bambino avrà più o meno capacità di affrontare lo stress e di rispondere alle malattie, e il suo carattere verrà forgiato anche in conseguenza a questi momenti. Meno stress durante il parto significa meno stress per la vita, insomma.

La nascita tuttavia è sempre un trauma. È difficile sia per la mamma che per il bambino. Questo però non significa, secondo Leboyer, che dobbiamo lasciarci sopraffare da questa situazione o che dobbiamo adagiarci e non cercare di renderla meno difficoltosa.

Sono poche (ma buonissime) le regole da seguire.

Innanzitutto, durante il parto si dovrebbe creare l’atmosfera giusta per la madre. Luci non troppo forti e sparate, rumori attutiti, musica rilassante, voci pacate…

Banditi sono poi i movimenti troppo violenti come la rotazione o il tiraggio della testa del bambino per facilitare l’uscita dal canale vaginale. Meglio lasciare che la natura faccia il suo corso permettendo che i due corpi agiscano secondo quanto ritengono ottimale. E il tutto dovrebbe avvenire senza movimenti bruschi e sempre con luci delicate e suoni pacati.

Fondamentale è comunque anche il momento appena successivo alla nascita: Leboyer raccomanda di lasciare subito il bimbo sul ventre della madre (e in questo caso la pratica del breast crawling è davvero in linea con i precetti di Leboyer). La mamma, dal canto suo, è libera di accarezzarlo, cullarlo, parlargli, toccarlo… Il tutto contribuisce a rilassare il bambino, che sente il calore della madre e il suo battito cardiaco, calmandolo e facendolo sentire al sicuro.

Il cordone ombelicale, secondo Leboyer, non dovrebbe essere immediatamente tagliato, ma solo clampato e in un secondo momento reciso (solo una volta smesso di pulsare). Anche questo gesto serve per mantenere un attimo di tranquillità, dal momento che rende meno traumatico il passaggio alla respirazione polmonare: il bimbo qui “decide” da sé quando prendere il primo respiro, senza venire costretto dagli altri.

Le ostetriche, i ginecologi e chi lavora nella struttura non dovrebbe poi prendere troppo presto il bambino dalle braccia della madre per il bagnetto e le procedure mediche post parto. Meglio lasciare il tempo ai due di conoscersi, studiarsi e rilassarsi insieme: tutto (se il parto è stato fisiologico) può attendere.

Tutto, naturalmente, si riferisce ad un parto fisiologico senza problemi. In caso di complicanze, ai medici è ovviamente lasciata carta bianca di procedere chirurgicamente o in maniera tale da assicurare alla mamma e al bambino un parto senza pericoli.


Sono molti gli ospedali che già prendono questi accorgimenti. Ma in realtà se ci pensiamo la maggior parte delle strutture fa esattamente il contrario: le sale parto sono bianche e asettiche con luci accecanti, i rumori sono fortissimi, la frenesia attorno è palpabile, il bambino viene quasi immediatamente allontanato dalla madre…

La teoria e il metodo Leboyer è a nostro parere molto positiva e legittima. Ci piace pensare che il parto possa finalmente tornare ad essere qualcosa di naturale, poco traumatico per mamma e bambino, e che al centro ci sia il loro benessere non solo fisico ma anche mentale.

Tuttavia riteniamo anche che ogni donna debba decidere per se stessa e per il suo bambino. Ad esempio: per Frédérick Leboyer gli uomini dovrebbero essere esclusi dalla sala parto. Secondo lui la dimensione in cui la donna entra durante il parto è un momento unico, personale e trascendentale che l’uomo non potrà mai capire e per questo nelle sue sale parto gli uomini sono banditi.

Ma se una partoriente preferisce avere accanto a sé il proprio compagno, perché questo non dovrebbe esserci? Un parto non traumatico significa un parto nel quale le esigenze della madre e le sue legittime richieste vengono rispettate. Perché queste richieste non sono capricci, ma bisogni, bisogni che se soddisfatti rendono in maniera naturale il parto meno traumatico. Perché la mamma sa di cosa ha bisogno!

Detto questo, sarebbe davvero bello se il metodo Leboyer fosse seguito da tutte le strutture. Al centro ci sarebbero il benessere della madre e del bambino, ma soprattutto verrebbe favorito il legame tra loro, dal momento che i primi istanti della vita del bambino sono per lui fondamentali dal punto di vista del contatto e del legame! E poi basta riflettere un attimo: non stiamo meglio quando attorno a noi ci sono rilassamento, calma e poche urla? Ecco: anche il bambino la pensa così.

Se vi interessa approfondire le teorie di Leboyer, vi consigliamo i suoi libri, scientifici ma davvero utili e scritti in maniera comprensibile: “Nascere e Shantala”, che parla anche del massaggio infantile da lui ideato; e “Per una nascita senza violenza”.

Giulia Mandrino

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