Il primo incontro

La prima relazione che la donna instaura con proprio il bambino inizia in gravidanza. Avvenuto il concepimento, il test di gravidanza positivo, il primo movimento, la prima ecografia, le prime sensazioni: tutti momenti significativi che precedono e preparano il loro incontro.
Ma, una volta venuto al mondo, di che cosa ha bisogno il neonato? I film e le immagini stereotipate che ci propongono i media ci presentano una mamma che, appena vede il suo bambino, si innamora di lui. È vero, a volte questo accade, ma la realtà può presentarsi con sfaccettature diverse: ogni mamma ha bisogno del suo tempo per incontrare il suo piccolo.
Oggigiorno, sin dalle prime ore in sala parto, si cerca di creare una situazione che agevoli l'incontro tra il neonato e la propria madre. Il contatto degli occhi, la vicinanza, il calore del corpo, il tocco della mamma rassicurano il piccolo, che ha lasciato da poco lo spazio conosciuto, per una nuova esperienza. Lì, accanto a sua madre, se lasciato tranquillo, il neonato posto sulla sua pancia comincia a strisciare verso il seno e magari a succhiare.
Inizia l'avventura dell'allattamento! La bocca è per lui uno strumento importante, sia per le prime esperienze sensoriali, sia per conoscere il corpo materno. Le labbra, infatti, contengono un'altissima concentrazione di recettori tattili: attraverso la suzione il bambino si tranquillizza, si nutre, conosce il mondo e prova piacere.
Alla nascita, il piccolo è dotato di numerosi riflessi, utili per la sua sopravvivenza e per stimolare nella sua mamma un adeguato sentimento di attaccamento.

E il padre? No, non ci siamo dimenticati di lui! Nelle prime settimane di vita il neonato vive una condizione di totale simbiosi con la propria madre. In questa fase la figura paterna è importante perché sostiene la mamma nella fatica della fase iniziale, mentre dovrà favorire, più tardi, la separazione del bambino dalla mamma e il suo ingresso nel mondo sociale.
Tutti i genitori desiderano che i loro figli siano sereni, in buona salute e felici. Vogliono che siano in grado di instaurare relazioni significative, dal punto di vista affettivo, con altri individui, che stiano bene con se stessi e nel mondo, godendo delle relazioni che sono riusciti a crearsi sia in ambito amicale, sia in ambito più intimo.
 
Attraverso le cure, l’accudimento amorevole che riceve fin dalla nascita dai suoi genitori, il bambino interiorizza gradualmente una forma di attaccamento stabile, che porrà buone basi per la sua vita affettiva futura.
 
Il comportamento di cura materno si può attivare in maniera significativa attraverso il contatto e si manifesta concretamente nei seguenti comportamenti:
 
– baciare il bambino;
– tenerlo in braccio;
– guardarlo negli occhi;
– parlargli;
– accarezzarlo;
– toccarlo;
– massaggiarlo;
– coccolarlo;
– cambio del pannolino con affetto.
 
Nella mia esperienza con le mamme e i neonati (soprattutto nelle prime 6-8 settimane di vita) il contatto è uno degli strumento più efficaci per tranquillizzare il bambino.
La mamma può ricreare nella culla del piccolo una specie di nido dove accoglierlo. In questo rifugio tranquillo, caldo, lontano da troppi stimoli, sarà tranquillo.
 
Ostetrica Angela Dinoia in Il Neonato e i suoi segreti, Mental Fitness Publishing

 

Sara

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Cecilia

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