Dura la vita da duro

"Non è neanche brutto, ma riesce ad essere cattivo, veramente cattivo, soprattutto con me": il libro parte con il pensiero di tutti i bambini che almeno una volta nella vita sono stati vittime di bullismo. Ogni giorno se lo ritrovano lì, quel ragazzino che li ha presi di mira. E ogni giorno andare a scuola diventa pesantissimo, psicologicamente e fisicamente, cone quelle fitte allo stomaco e il cuore martellante che non sembrano mai andare via.

Dura la vita da duro: il libro di Daniela Valente per parlare di bullismo, comprenderlo, non lasciarsi sopraffare e trovare una soluzione

"Dura la vita da duro" (scritto da Daniela Valente, illlustrato da Margherita Micheli e edito da Coccole Books) è un libro illuminante: a volte sono proprio i libri a guidarci nella comprensione della vita, portandoci l'esempio metaforico di chi come noi sta passando la stessa situazione. Passivamente o attivamente, perché non dobbiamo concentrarci solo su chi il bullismo lo subisce, ma anche su chi lo fa, andando a guarire il problema dalla radice. Ecco perché la storia è raccontata da due punti di vista che si alternano: quella del gatto perseguitato e quella del gatto cattivo.

Il libro parla di due gatti: uno perseguitato a scuola da un personaggio cattivo, e l'altro prepotente. Ogni mattina, il prepotente se la prende con il più debole, inventando di volta in volta nuovi e crudeli scherzi.

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Daniela Valente, l'autrice, è molto brava: descrive alla perfezione le sensazioni dei due, così come la situazione, che sembra ripetersi in tutti i casi di bullismo. Il prepotente che gira con il suo gruppetto, il malcapitato che si sente come un topo con i gatti, le risa che fanno sbellicare la gang e che fanno venire voglia di urlare dall'altra parte della barricata.

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Poi, la svolta: una micina si avvicina al gatto indifeso e gli chiede qualcosa. La prima cotta. Ecco cosa spinge lui a capire di dover chiedere aiuto, di raccontare cosa gli accade, di trovare alleati per porre fine alla situazione. Per non avere più PAURA. 

Ma la svolta arriva anche per il bullo: la stessa ragazzina non vuole avere niente a che fare con lui, lui che ha fatto il figo solo per essere bello ai suoi occhi e che invece ne esce sconfitto, perché a lei non sta bene il suo comportamento. Anche lui, così, comincia a capire di avere sbagliato. 

Da una parte il parlare, il dialogo, l'esternare che fa bene e che finalmente libera. Dall'altra parte la consapevolezza di avere sbagliato grazie a qualcuno che finalmente ti dice apertamente cosa pensa del tuo comportamento. Due liberazioni, che passano solo dalla consapevolezza.

Immaginarsi il bullismo come qualcosa di pesantissimo è giusto, ma dobbiamo ricordarci che sono anche i piccoli gesti, gli insulti pacati, i dispetti costanti e quelle mille altre piccole cose che i bambini e i ragazzini intavolano ogni giorno ad essere deleterie.

Facciamo attenzione ai piccoli segnali da parte dei nostri bambini: potrebbero essere vittima di altri ragazzini, oppure potrebbero essere loro stessi i bulli. In ogni caso leggere "Dura la vita da duro" può fare davvero bene!

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Sara

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Cecilia

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