Quando l'informazione di stampo naturale fa male alla mamma

Uno dei motivi che mi ha spinto a creare Mamma pret a porter è stata la consapevolezza che la filosofia di maternage naturale è un'arma a doppio taglio per la mamma: quello che viene chiamato attachment parenting è una filosofia, un approccio al bambino che trovo eccezionale e perfetto per i piccoli perchè segue quelle che sono le esigenze fisiologiche del piccolo. Ormai numerosi studi lo provano, il cosleeping, l'allatmento a richiesta e il babywearing sono strumenti davvero adatti al nostri figli. Ma in tutto ciò noi mamme? Sul web troviamo una quantità infinita di articoli su cosa sia meglio per il nostro piccolo a 360°, ma la mamma, quindi la donna, è solo uno strumento per e del bambino. Poco si parla delle sue esigenze (e non sto parlando di peli superflui) ma di mancanza di sonno, esaurimento nervoso, carenze di minerali e vitamine dovuti allo stress, e situazioni che se non sono definibili come depressioni sono comunque stati di grande malessere. 

Perchè una mamma che viene svegliata 8 volte durante la notte non sta bene, perchè una mamma che ha il suo piccolo nel lettone che la prende a calci tutta la notte sui reni o la spinge sul collo, si sveglia con mal di schiena e più stanca di prima. Perchè una mamma che accudisce due bambini piccoli dopo una notte con 12 risvegli causa raffreddore e il giorno dopo va a lavoro e poi torna a casa cucina, pulisce nasi e cacche a gogò alla fine sbrocca un paio di volte almeno e si sente pure una mamma pessima per averlo fatto. Perchè nonostante i 12 risvegli non propini la merendina o i panzerotti surgelati ma ti metti a cucinare perchè giustamente la salute si crea con ciò che mangi; perchè alcune di noi sclerano e anche di brutto a stare ferme sedute su un divano per ore con una tetta di fuori. Diciamocelo chiaramente, seguire un approccio "naturale" implica un grande impegno, maggiore impegno. Detto questo i miei figli hanno dormito con me per i primi 3 anni di vita, sono stati tenuti in braccio giorni e giorni, ho usato e uso tutt'ora la fascia e non rimpiango nulla di ciò che faccio e di ciò che farò, anzi ne sono orgogliosa. Per favore però, siamo sincere con noi stesse, è dura, a volte è durissima e a volte non ce la fai più. 

Allora credo sia importante fare un po' di ordine, e sopratutto partire dal presupposto che anche una mamma ha dei diritti, primo dei quali di poter esprimere le sue emozioni di rabbia, paura, e tanti, tantissimi dubbi. Una mamma ha bisogno di dire "sono sfinita", "vorrei non aver mai fatto figli", "vorrei scappare" senza sentirsi giudicata. E io mi impegno come mamma blogger a dirle queste cose, e a scrivere articoli che raccontino giornate buie, perchè ce ne sono tante, sopratutto nei primi anni. La nostra generazione ha fatto la rivoluzione a livello di accudimento e di maternità naturale, ora è il momento di fare qualcosa per noi mamme, basta con questa filosofia dell'immolarsi, meglio trovare strategie di equilibrio. In generale sono una strenua sotenitrice del pessimo effetto dei metodi e delle teorie di accudimento, tutte: credo sia meglio leggere e informarsi con spirito critico per poi seguire il proprio istinto che porti a una ricerca di equilibrio (talvolta molto precario lo so) dell'intera famiglia. 

Ma il problema più grande non sono le giornate buie, sono il fatto di sentirsi il pesce fuor d'acqua, l'unica a essere infelice e prima di forze fisiche e mentali per sostenere il tutto. Per questo cerco nel mio portale di raccontarvi non sono i momenti belli, ma anche i momenti no: grazie al Blog del Papavero cerchiamo di far luce sulle grandi difficoltà a cui noi mamme moderne siamo soggette, e nella proposta editoriale sono sempre presenti tematiche di benessere e cura per la mamma. 

Il secondo problema è il lavoro, non so come si possa risolvere ma una donna con due figli piccoli che non dorme la notte non può la mattina alle 8 essere a Milano: bisogna trovare delle soluzioni. In realtà mi domando come mai persone che soffrono di malesseri psicologici possono prendersi periodi di mutua appunto causa "stress", mentre noi mamme che siamo ridotte allo stremo dobbiamo andare a lavoro 8 ore. Non dico di approfittarne, ma è fondamentale anche tutelarsi un minimo. Ho così contattato il mio medico di famiglia e gli ho esposto il mio dubbio. Quindi se una mamma in condizioni di forte stress, come possono essere periodi in cui è impossibilitata a dormire, può usufruire dell'assenza per malattia: il dottore ha risposto in maniera affermativa, quindi una mamma può chiedere al proprio medico di base di valutare la presenza di una depressione reattiva da stress e stare a casa per qualche giorno o settimana se necessario.

Mamme, se vi sentite stremate, non fate le eroine, parlatene con il vostro medico e non sentitevi in colpa. E' un vostro diritto! Certo, non abusiamo di questa possibilità, ma non credo sia neppure giusto per una persona soggetta a 10 rispegli notturno sostenere una giornata lavorativa e poi avanti di nuovo a non dormire. 

Giulia Mandrino

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