Tutto quello che devi sapere sulle regole per i bambini

Un tema sempre caro ai genitori è quello delle regole, spesso mi chiedono se darle, quando e soprattutto su cosa e come applicarle. Ma che cos’è una regola? Per rispondere almeno in parte a questa domanda dobbiamo fare una distinzione tra regole famigliari e regole sociali, le prime sono quelle regole che vengono create ed applicate in famiglia, le seconde invece sono quelle che ritroviamo nel tessuto sociale nel quale la famiglia ed i bambini sono immersi. Questa distinzione ci permette di capire che prima o poi il bambino si imbatterà in norme di comportamento che dovrà imparare a capire, seguire e crescendo anche a contestare. Il genitore ha quindi un ruolo fondamentale nell’introdurre il bambino nel contesto sociale d’appartenenza e questo passaggio, direi obbligato, passa anche attraverso l’interiorizzazione delle regole che vengono applicate in famiglia.

Ogni famiglia è diversa dalle altre e quindi anche le regole che vengono delineate sono diverse, non ci sono regole giuste o sbagliate ma solo regole che i membri della famiglia decidono e seguono. Le regole sono necessarie e sono una parte fondamentale della “cassetta degli attrezzi” di cui il genitore (con l’aiuto di tutti gli adulti di riferimento che il bambino avrà) dovrebbe dotare il bambino per aiutarlo ad affrontare il mondo esterno e la crescita; è necessario però che nella loro formulazione i genitori riflettano profondamente sui propri valori interni di riferimento, possiamo dire infatti che le regole non sono nient’altro che la definizione dello spazio di comportamento all’interno del quale i valori profondi si esprimono, ad esempio se per un genitore è fondamentale seguire il valore della cooperazione cercherà di insegnare al bambino il medesimo valore mettendo delle regole sulla condivisione dei giocattoli, sul prestito, sul giocare insieme.

E’ bene ricordare però che le regole senza l’esempio comportamentale da parte dei genitori non funzionano, se pensiamo che l’apprendimento del bambino passa principalmente attraverso il canale dell’imitazione è auspicabile che le regole non solo vengano dette, ricordate o scritte ma soprattutto applicate e seguite da tutti i membri della famiglia, verranno chiaramente fatte delle eccezioni e degli adeguamenti rispetto alla differenza tra adulto e bambino, alle varie fasi della crescita, agli equilibri che si creano ed ai cambiamenti famigliari, ma il valore di fondo sarà il contenuto più importante che il genitore vuole trasmettere attraverso la regola.

Il genitore deve guidare i propri figli non dandogli ordini o sottomettendoli alla propria volontà ma sostenendo i propri valori ed obiettivi con sufficiente integrità da farli sentire motivati a collaborare. Le regole sono uno degli strumenti principali che i genitori hanno disposizione per ricoprire il ruolo di guida, ed il modo più fertile per farlo non è imitare o seguire pedissequamente quello che i pedagogisti consigliano ma essere persone autentiche con i propri bisogni, gusti e limiti mantenendo però la piena consapevolezza del ruolo che si ricopre come genitore e come adulto di riferimento. In questo modo sarà possibile insegnare ai propri figli come acquistare sensibilità per i confini ed i bisogni degli altri.

I bambini piccoli spesso violano i limiti e le regole imposte dai genitori, non per mancanza di rispetto ma per un duplice obiettivo, soddisfare i loro desideri ed al contempo conoscere i genitori dedicando attenzione ai segnali ed alle risposte che ricevono. Vogliono sperimentare che cosa desiderano, che cosa gradiscono e che cosa accettano o rifiutano mettendo in atto un comportamento di “disubbidienza”. Con la crescita il bambino interiorizza il modo di vedere del genitore, ciò che è giusto e che cosa no, ciò che è bene e ciò che è male, nasce così profondamente la concezione morale. Questo processo di apprendimento richiede da parte del genitore chiarezza e ripetizione costante, non solo nella definizione delle regole ma anche nelle reazioni al comportamento del bambino che devono essere il più chiare e coerenti possibile. I genitori dovranno imparare anche ad aspettare che tutto quello appreso passi e si fissi nella coscienza del bambino ed il processo può richiedere da alcuni giorni ad anni. L’apprendimento è un meccanismo di esplorazione ha quindi bisogno per poter essere costruttivo di fiducia e di amorevolezza ma anche dei confini entro cui muoversi chiari e definiti e di un’atmosfera il meno tesa e negativa possibile. E’ necessario che il genitore dia un feedback a questo costante processo di esplorazione ed è bene che impari ad esprimersi in modo personale, sicuro, chiaro e veloce ed allo stesso tempo deve imparare a rispettare il desiderio di autonomia e di indipendenza del figlio. Il linguaggio (verbale e corporeo)utilizzato nel definire e ripetere le regole e nella reazione all’obbedienza o disobbedienza è importante , deve essere non solo sicuro e chiaro ma anche personale ed amorevole, per il bambino è più facile affrontare il processo di interiorizzazione delle regole se vengono espresse in questo modo, dire non si fa perché è così è un imperativo non personale il genitore potrebbe invece dire, “Per me è importante che tu faccia questo”, il concetto espresso è lo stesso ma la modalità è diversa, nella seconda frase il genitore trasmette il suo valore al bambino ed è per lui è più semplice capire il perché del comportamento richiesto e prevedere le reazioni del genitore facilitando così il processo di interiorizzazione.

Quindi regole si o no? Essendo inseriti in un contesto sociale la risposta è assolutamente si, con le accortezze descritte. Definire regole famigliari in linea con i propri valori profondi di riferimento, dirle e ricordarle ai figli in modo chiaro e coerente ed allo stesso tempo rispettarle. Reagire alla disobbedienza con fermezza ed allo stesso tempo con amorevolezza, ricordandosi che è necessario per il bambino esplorare anche la disobbedienza ma tenendo sempre saldi e precisi i limiti da rispettare comunicandoli in modo chiaro e personale. Non c’è una regola giusta ma è giusto che la regola ci sia.

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Cecilia

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