Perchè i bambini hanno bisogno di travestirsi

L'avevamo detto: tra i "regali non giocattoli" a cui pensare in occasione di Natale o compleanni ai primi posti stanno sicuramente i vestiti. Ma non servono abiti costosi o da super eroe: bastano le scarpe della mamma e la cravatta di papà per divertirsi!

Perchè i bambini hanno bisogno di travestirsi: come gioco di ruolo e travestimenti influiscono positivamente sulla sua persona!

Il gioco non è marginale nella crescita del bambino, è fondamentale. E la tendenza dei bambini a volersi travestire trasformandosi in qualcuno (o qualcosa) d'altro è da leggere nella stessa prospettiva.
Giocare a interpretare situazioni quotidiane da adulti o storie inventate e surreali è il mezzo con il quale il bambino esplora la realtà (esorcizzando le situazioni che gli suscitano più paura - anche le più semplici: ricordiamo che un bambino è un bambino, e non ha confidenza con il mondo! - o interpretando fatti quotidiani per imparare cose nuove alla sua maniera) e la sua creatività.

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Lo stesso avviene con il travestimento. Quante volte capita di trovare i bimbi che girano per casa con le scarpe di mamma e papà, col cappello di nonno, su una scopa come a volare o con un lenzuolo addosso a imitare un fantasmino? Tantissime. Nelle loro mani il cappello da anziano si trasforma in copricapo da cowboy, il soprabito di mamma in un mantello da cavaliere, e bastano una cintura e un bastone per trasformarsi in cavalieri.

Attraverso la recita e il travestimento i bambini indagano il mondo secondo le loro tempistiche e secondo le loro regole. Indossare gli abiti di qualcun altro significa provare a mettersi nei suoi panni, studiare cosa significa andare al lavoro, fare la casalinga, essere un cavaliere, fare la spesa.

I benefici sono anche motori e sociali

Anche a livello fisico è importantissimo: provando a comportarsi come un pescatore (lanciando un immaginario ramo), come una ballerina o un ballerino sulle punte, come un meccanico o una meccanica sotto la macchina, come un giocatore o una giocatrice di calcio, i bambini, fin dai primi anni di età (e quindi, magari, quando ancora non si dedicano ad alcuno sport), possono provare e affinare movimenti che quotidianamente non farebbero, stimolando nuovi muscoli e provando nuove posizioni ed equilibri.
Anche i movimenti più fini sono sollecitati: vestirsi da soli, mettersi il rossetto, usare il mattarello come un cuoco, sono tutte situazioni che prevedono l'utilizzo delle mani in maniera nuova e delicata.

A livello sociale, poi, è importantissimo lasciare che i bambini si divertano con il gioco di ruolo e il travestimento: come dicevamo all'inizio, per loro significa indossare i panni di qualcun altro, e, a prescindere da quale personaggio stanno interpretando, questo stimola la loro empatia, una sensibilità fondamentale per le loro future relazioni interpersonali.

La comunicazione ne esce rafforzata

Giocare a interpretare un ruolo e una situazione stimola anche la loro comunicazione: raccontano a voce alta quello che stanno facendo, e se lo fanno insieme a qualcun altro provano cosa significa interagire, dare e seguire regole, dare e ricevere ordini, negoziare, scendere a compromessi, intrecciare le idee e cooperare per la riuscita di qualcosa.

E non dimentichiamoci che giocando "ad alta voce" il vocabolario migliora, il pensiero viene sempre stimolato (con benefici a livello cognitivo) e prende un posto di primo piano anche l'autonomia, attraverso lo stimolo a prendere continue decisioni. Inscenare situazioni verosimili è importantissimo per capire le stesse, e il bambino ne trarrà un beneficio unico che si rifletterà nella sua capacità di districarsi in tutti i contesti della vita.
Tutto questo significa, montessorianamente e reggianamente, che il bambino diventa protagonista del suo stesso apprendimento, un apprendimento assolutamente concreto e diretto che lo coinvolge in prima persona, sperimentando, ipotizzando, traendo risposte. E, non ultimo, gli permette di esprimere i propri punti di vista e le proprie emozioni.

Il consiglio è quindi quello di lasciare liberi di giocare di ruolo i vostri bambini. E, magari, prendete una vecchia valigia o una borsa capiente e riempitela di vecchi abiti, ritagli di tessuti o accessori strambi: farete felicissimo vostro figlio, che potrà trasformarsi in qualunque cosa vorrà ogni volta che vorrà. Senza preoccuparvi di procurargli vestiti assolutamente pertinenti o dedicati a qualche personaggio in particolare: starà a lui trovare gli elementi che lo trasformeranno in astronauta, impiegato, cuoco, principessa, ballerina o ladro, e la sua creatività ve ne sarà grata!

Sara Polotti

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