“La felicità non sta mai ferma”, un libro sull’iperattività

Ci sono bimbi che non stanno mai fermi, che urlano, che corrono, che spingono gli altri bambini al parco, che con le gambe sotto al banco non ci vogliono proprio stare. Sono i bambini iperattivi, quelli con diagnosi di ADHD, che attirano gli sguardi della gente. Quella gente che sa solo giudicare. Giudicare i bambini dei bulletti, dei maleducati. E giudicare mamma e papà dei cattivi genitori. Ma quand’è che riusciremo a capire che l’iperattività va conosciuta, che bisogna sensibilizzare su questo tema?

Recentemente è uscito “La felicità non sta mai ferma” di Chiara Garbarino. Perché ci piace? Perché non è il solito libro scientifico o psicologico sui disturbi dell’attenzione, uno di quei tomi che annoiano solo a guardarli. Ma è la storia vera di Leo e della sua mamma. Per capire cosa significa davvero “disturbo dell’attenzione e di iperattività”.

“La felicità non sta mai ferma”, un libro sull’iperattività: la storia di Leo e di mamma Chiara che sensibilizza sul tema dell’ADHD

Chiara Garbarino è la mamma di Leonardo. Leonardo è un bambino con ADHD, ovvero disturbo dell’attenzione e di iperattività. Leo non sta mai fermo, già da quando era nella pancia della sua mamma. Da piccolo non dormiva, piangeva continuamente, e crescendo è diventato un bambino frenetico, incapace di stare fermo, sempre intento a montare e smontare oggetti, a correre, a spingere gli altri bambini, a sbattere di qua e di là.

La vita con Leonardo è di certo difficile, anche per una mamma amorevole, paziente e disposta a tutto per il suo bambino. La difficoltà vera è però avere a che fare con gli altri. Soprattutto con gli altri adulti, sempre pronti a puntare il dito e a giudicare, definendo “teppista” Leonardo e “cattiva madre” Chiara. Ecco perché mamma Chiara nel 2017 ha deciso di aprire un blog su Leo, “Leo il teppista”. Con ironia ha iniziato a raccontare la loro storia, per fare capire a tutti, ma davvero a tutti, cosa significhi vivere con l’ADHD. Ed ora questa bella storia è diventato un libro edito da UTET, "La felicità non sta mai ferma".

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Le loro storie sono come quelle di tutti i genitori e di tutti i bambini, con le loro risate, i loro momenti divertenti ma anche i loro disastri. Con più disastri del solito, naturalmente, perché la natura frenetica di Leo porta inevitabilmente a questo. E Leo non è l’unico bambino iperattivo sulla faccia della Terra, no? Anzi: l’iperattività è diffusissima e quasi tutti noi abbiamo a che fare con essa nella nostra quotidianità. C’è chi ha un figlio che ne è affetto, ma anche chi ha un nipote, un compagno del figlio, il figlio di amici iperattivo. Perché quindi non ci si sofferma un po’ di più per capire di cosa di tratta (e come comportarsi) invece di sbuffare e giudicare?

Chiara ha provato in tutti modi a calmare Leo. Ha provato a fidarsi delle parole di pediatri, nonni e maestre che le dicevano “prima o poi si tranquillizzerà”. Si è chiesta perché mai non riuscisse a farlo comportare “a modo”. Ma non si è lasciata sconfortare dalle parole degli altri, perché sa che Leo non è solo il “teppista”, ma è anche un bambino intelligentissimo, dolce, attento e affettuoso. E la diagnosi di “disturbo dell’attenzione” ha solo confermato la sua sensazione, cioè quella che Leo non è un cattivo bambino, ma semplicemente un bambino iperattivo, affetto da una sindrome ancora poco conosciuta.

Ma è proprio il fatto di essere “poco conosciuta” a rendere questa sindrome pericolosa. E non a causa del bambino, ma a causa di chi gli sta intorno. Leggendo quindi le storie quotidiane di questa famiglia ci si potrà informare, si potranno aprire gli occhi e si potrà provare ad entrare empaticamente in contatto con loro, con tutti i bambini e con tutte le famiglie con un bimbo iperattivo. Solo così si uscirà dal circolo vizioso che ci spinge a giudicare una mamma per i comportamenti del proprio bambino e un bambino solo in base ai suoi comportamenti e non al suo essere.

Giulia Mandrino

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