Il peso di crescere i nostri bambini lontano dai vecchi “villaggi”

Forse il titolo vi sembrerà criptico o incomprensibile, addirittura bislacco e inutile. Ma chiariamo cosa significhi vivere lontano dai vecchi “villaggi”. Non significa semplicemente “vivere in città”. Assolutamente no. Ciò a cui ci riferiamo sono i “villaggi” intesi come comunità di persone che si conoscono molto bene, che si vogliono bene e che soprattutto si aiutano tra loro.

Umanamente e scientificamente non siamo fatti per vivere da soli. L’uomo ha sempre cercato di costruire piccole o grandi comunità per sopravvivere. E nei paesi anglosassoni c’è un detto: “It takes a village to raise a child”. “Ci vuole un villaggio per crescere un bambino”.

Queste due cose sono in relazione profonda. Ma vediamo insieme perché e perché è pesante per una madre allontanarsi da questo “villaggio”.

Il peso di crescere i nostri bambini lontano dai vecchi “villaggi”: se “per crescere un bambino ci vuole un villaggio”, che fare quando questo villaggio ormai non c’è più?

Come accennato, il fatto che l’uomo sia fatto per vivere in comunità e che per crescere un bambino ci voglia “un villaggio” sono in stretta correlazione. Il “villaggio” nel modo di dire si riferisce infatti alla cerchia di persone adulte che circondano una madre e un padre, che li aiutano, che li sostengono, che crescono insieme a loro i loro figli attraverso l’aiuto, la relazione e l’esempio.

È naturale affidarsi a questo villaggio e sarebbe ancora più naturale oggigiorno, momento storico nel quale una madre non sta più solo tendenzialmente a casa con i figli ma lavora, si muove, ha del tempo per sé. Eppure, invece, questi “villaggi” sembrano stare sempre più sparendo, non tanto per il fatto di vivere in città ma in generale per il cambiamento delle relazioni umane.

Tuttavia questo si ripercuote moltissimo sulle madri e sui padri, che non hanno più il supporto e l’aiuto che avevano prima. E anche sui bambini, che vengono privati dell’ambiente più naturale possibile nel quale possono crescere, e cioè circondati da adulti responsabili che li hanno a cuore, che li proteggono, che li aiutano e che quasi al pari dei genitori ci sono per lui. Nonni, amici, zii, vicini di casa… Solo che le relazioni si stanno facendo sempre più individualiste, anche a livello familiare.

Quali sono le conseguenze di questa assenza del villaggio? Non sono solo la sensazione di solitudine e abbandono a pervaderci. La prima conseguenza è innanzitutto la responsabilità che i genitori sentono sulle spalle, la pressione costante che non viene alleviata da qualcun altro che se la prende per un attimo.

Non abbiamo più il tempo necessario per fare tutto, e questo crea stress che crea conflitti che crea disturbo della pace familiare. Anche la sensazione di non-sicurezza che attornia i nostri bambini è una conseguenza: se sapessimo che attorno c’è comunque qualcuno di fidato, non saremmo così ansiosi.

Anche il gioco libero, così, ne risente, perché, in città o in paese, in aree urbane o in campagna, i nostri figli non sono più spinti a giocare all’aperto.

Tutto questo poi si ripercuote sulla coppia (lo stress, non avere tempo, gli attriti sul come crescere i figli che non vengono alleviati e smussati da altri punti di vista preziosi).

E un’altra insidia sono i sensi di colpa, che assalgono i genitori più spesso quando attorno non c’è questa rete. Perché non avere questa rete significa avere poco tempo pur cercando di dare il meglio ai propri figli, rischiando però di passare poco tempo di qualità insieme a loro oppure al contrario rischiando di togliere tempo per se stessi (che è comunque molto importante per il benessere personale e familiare).

Ecco perché è giusto che ricominciamo a supportarci a vicenda, partendo dalla nostra rete familiare e amicale ma espandendoci anche ai nostri amici a loro volta genitori oppure alle reti comunitarie che più ci danno fiducia, come l’oratorio, le comunità di mamme, i gruppi di supporto, i gruppi sportivi…

In ogni caso dobbiamo ricordarci che non siamo sbagliati, ma solo sopraffatti. Siamo forti, sempre, e anche se il villaggio non c’è siamo genitori fortissimi che vogliono il meglio per i propri figli.

Giulia Mandrino

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