Il pericolo di smartphone e device tecnologici è reale

Non essendo nativi digitali forse la prendiamo troppo sottogamba. Ma per i nostri bambini nascere circondati dalla tecnologia digitale la rende qualcosa di normale, a volte fin troppo. Ecco perché dobbiamo tenere conto dei pericoli di tutto ciò: si rischia che i bambini diventino ragazzi e adulti troppo dipendenti dalla tecnologia, da internet, dai collegamenti digitali.

Il pericolo di smartphone e device tecnologici è reale: perché in casa è meglio fare attenzione a quanta e quale tecnologia di utilizza, per evitare dannose dipendenze

Lo si vede ovunque, ormai: bambini, sempre più piccoli, che tengono in mano iPad, iPhone, smartphone e tablet a non finire. Quando eravamo piccoli tutto questo non esisteva, ma per loro è normale nascere e vedere ogni giorno gli adulti avere a che fare con queste diavolerie, e di conseguenza imparare fin da subito il loro utilizzo, in una maniera che a noi potrebbe sembrare irreale e pazzesca. Già: i nostri figli sono capacissimi di usare la tecnologia, fanno scorrere i loro ditini, allargano le fotografie (e che piacere hanno a rivedersi subito nelle immagini!), giocano ai loro videogame.

Ma sempre nuove (allarmanti) statistiche fanno drizzare le antenne e accendono qualche campanello di allarme: i giovani ragazzi sono sempre più dipendenti dai loro dispositivi mobili. Proprio come fosse una droga.

Lo dice anche la CNN, basandosi su ricerche ufficiali: il 50% dei ragazzi americani dai 12 ai 18 anni ha ormai sviluppato una dipendenza pesante dal proprio smartphone (o tablet: non fa differenza). Come lo si riconosce? Dal fatto che questi ragazzi preferiscono di gran lunga stare al chiuso e giocare con loro stessi, con i loro device, piuttosto che uscire con gli amici, andare a fare una passeggiata, mangiare un gelato in compagnia o andare al cinema. Sono sempre distratti, non partecipano attivamente alle discussioni in famiglia e quando lo fanno abbandonano subito tutto nel momento in cui il telefonino trilla per una notifica. Hanno sempre il naso abbassato sul loro smartphone, insomma.

Ma come prevenire questa dipendenza tipica del nostro secolo prima che sia troppo tardi? Be', i genitori devono mettersi d'impegno e iniziare sin dal momento in cui il figlio riceve il suo primo device (ormai è inevitabile, no?) a mettere qualche regola e paletto.

Innanzitutto, sarebbe bene alzare l'età in cui i ragazzi ricevono il loro primo cellulare personale. Lasciate passare almeno le scuole medie! E, una volta ricevuto, ecco che è giusto porre qualche limite. Ad esempio, non lasciate che lo portino a scuola, per evitare distrazioni davvero controproducenti. E, una volta che si sono abituati a farlo, se vi chiedono fiducia dategliela: basterà che vi promettano di non tenerlo acceso durante le lezioni.

Dopodiché passate alle regole a casa, che seguirete tutti per dare il buon esempio: una buona abitudine per tutta la famiglia è quella di spegnere il cellulare almeno durante i pasti, per godere tutti insieme della conversazione e della convivialità. E non preoccupatevi di diventare genitori antipatici: fate seguire la regola anche agli amichetti, quando sono invitati a pranzo o cena. Potrà sembrare strano e tirannico all'inizio, ma quando si accorgeranno dell'effettivo piacere di mangiare senza distrazioni si renderanno conto che è davvero una bella cosa!

Solo così è possibile far capire ai bambini che il tempo passato davanti al computer, allo smartphone o al tablet è solo tempo accessorio, e che la vita vera, quella piacevole e divertente, è altro. 

L'importante è che in famiglia si prenda tutti l'occasione per ridurre le ore passate connesse e per imparare a non stare in ansia per ogni singola mail ad ogni singola ora del giorno. Se i genitori danno l'esempio in maniera naturale, allora i figli cresceranno con la convinzione che sia davvero solo qualcosa di superfluo, accessorio e sì utile, ma non vitale. 

Allora capiranno davvero che la vita vissuta realmente, sulla propria pelle, è molto meglio di un'avventura attraverso il personaggio di un videogame, e che una conversazione faccia a faccia è di gran lunga più piacevole di due chiacchiere senza spessore e senza anima nascondendosi dietro ad uno schermo.

Prevenire è meglio che curare, soprattutto se questa prevenzione gioverà a tutta la famiglia, individuo per individuo.

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Sara

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Cecilia

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