Courtney e la sua famiglia, un anno in viaggio senza rinunciare alla scuola

E' difficilissimo pensarlo: siamo sempre di corsa, sempre impegnati, con agende che rischiano di scoppiare. L'”anno sabbatico” è solo un'utopia, no? Come si può pensare di staccare da tutto e da tutti, dal lavoro, dalla casa, dalla famiglia? Be', non è detto che dalla famiglia ci si debba stancare.

Courtney Adamo, mamma statunitense, l'ha fatto. Si è presa un anno di pausa da tutto, ma non dalla famiglia. Tutti insieme, lei, il marito e i quattro figli, hanno deciso di partire, viaggiare, staccando la spina per un anno. Come? Ve lo raccontiamo, come lei lo ha narrato sulle pagine del Telegraph.

Courtney e la sua famiglia, un anno in viaggio senza rinunciare alla scuola: homeschool in viaggio per il mondo con la famiglia Adamo

La prima remora che ci si fa quando si pensa di prendersi un po' di aspettativa è il dover lasciare i figli. Lei e il marito Michael hanno deciso di non farlo. Sono partiti, hanno deciso di inseguire il sogno di una vita più libera dalle convenzioni, più selvaggia. E con loro hanno portato i bambini, con la speranza di avverare il loro sogno di trovare una dimensione più naturale e rurale nella quale crescere.

“Ok, basta, ci prendiamo un anno di pausa. Partiamo con i bambini, viaggiamo per il mondo e ci concentriamo sulla nostra famiglia”. Ecco la scintilla, seguita poi dai necessari pensieri sull'organizzazione. Come ad esempio la vendita della casa e della macchina per poter finanziare il loro sogno.

I loro figli hanno undici, otto, sei e due anni, e naturalmente si sono mostrati entusiasti all'idea di abbandonare la scuola per un po'. E Courtney e Michael non hanno avuto molti problemi, da genitori, a trovare la strada adatta per l'educazione “on the road”: l'America ha una lunga tradizione di home-schooling, e cioè di scuola a casa (sono i genitori in questo caso a insegnare ai bambini, mandando comunque sempre relazioni alle scuole di competenza e facendo sostenere gli esami che provano l'effettivo apprendimento); si trattava solo di adattare il tutto alla vita sulla strada.

In primis il viaggio in sé offre moltissimi spunti didattici: Courtney e Michael si sono quindi prefissati di interrogare ogni sera i bambini su ciò che si è visto durante la giornata e sul loro diario sul quale scrivono ciò che interessa loro. E soprattutto hanno deciso di integrare i programmi tradizionali dell'home schooling (che possono sempre trovare online) abbinandoli alla vita quotidiana (fare matematica andando al mercato, studiare la scienza guardando il mondo, capire le culture visitandole e conoscendole, la storia vivendo nei luoghi che l'hanno ospitata...).

Ed è così che è giunta a stilare un elenco delle attività perfette per assicurare ai bambini un'ottima educazione anche in viaggio, anche a casa, in ogni situazione della vita. 

Il primo passo è leggere moltissimo: è la lettura una delle responsabili dell'apertura mentale! E in quest'ottica anche il sedersi con i bambini e leggere loro ogni sera qualcosa è davvero produttivo.

Anche la scrittura (sia documentativa che narrativa) è un ottimo strumento, e incoraggiandola i risultati sono notevoli. Diari, appunti, taccuini: i bimbi possono essere stimolati in molti modi, basta trovare il più adatto a loro, quello che più li intriga.

La matematica, poi, può essere esercitata in ogni momento: tabelline in macchina come fosse un gioco, addizioni di prezzi al supermercato, le frazioni dividendo la pizza, i pesi misurando la frutta al mercato...

La cultura è fondamentale, non solo quella in cui si vive. Osservare le culture (soprattutto quando si viaggia, e in questo caso è proprio la situazione migliore!) aiuta a comprendere la civiltà, la storia, le differenze... E imparare una nuova lingua può aiutare proprio in questo processo.

La vita in viaggio diventa poi perfetta per studiare la geografia: i bambini possono usare le mappe, scoprire i continenti, gli stati, ma anche le montagne e i fiumi...

E il bello della scuola in viaggio sapete alla fine qual è? Non si sono orari, non c'è un luogo fisso come la classe. Quindi è possibile catturare l'attenzione dei bambini in ogni momento, evitando quando sono stanchi o poco ricettivi!

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