4mamme su Foxlife: quando la tecnologia diventa un problema?

 

Chi c’era ieri sera in tivù? C’erano Memi, la mamma sprint dedita a palestra e benessere; Giada, la mamma bon ton e sofisticata che a dispetto dei tempi punta ancora moltissimo a insegnare al piccolo Leonardo il galateo; Cristina, la mamma amante della natura e degli animali che in casa non tiene solo cani e gatti, ma anche una gallina; e infine Francesca la mamma sbrigativa, che cerca di velocizzare i compiti di casa così da prendersi qualche (importantissimo) momento per sé.

Cosa mi ha colpito stavolta? L’accenno all’uso della tecnologia, un argomento importantissimo quando si parla di figli, poiché viviamo in un tempo nel quale è ormai impossibile non farci i conti. Ecco perché mi piace questo programma tv di Fox Life Italia: perché mette in luce tantissime questioni interessanti e fondamentali, mettendo a confronto quattro mamme che rappresentano senza dubbio un campione di tutte le mamme che esistono oggi. Una bella riflessione, insomma!

4Mamme su Fox Life, il nostro commento alla quinta puntata: quando la tecnologia diventa un problema?

 

Partiamo da un esempio, per parlare di tecnologia, e cioè dalla filosofia Waldorf, quella che seguono le scuole basate sugli insegnamenti pedagogici di Rudolf Steiner. Gli steineriani sconsigliano vivamente la tecnologia, e suggeriscono di non avvicinarle i bambini almeno fino ai sette anni. Qual è il mio pensiero in questo senso? Be’, la penso un po’ come tata Roberta: secondo l’esperta che affianca Georgia e Flavio nella conduzione del programma, viviamo in un mondo in cui non si può fare finta che essa non esista, perché è ormai ovunque. Cercare di eliminarla sarebbe quindi controproducente.

Innanzitutto, perché ormai tutti i bambini sono nativi digitali, e questo significa che tutti sono capaci di utilizzare i device tech, strumenti che ormai serviranno loro per tutta la vita, lavorativamente e quotidianamente. Non imparare significherebbe quindi negargli la possibilità di stare al passo con il mondo. In secondo luogo, la tecnologia, pur essendo pericolosa, ha anche qualche beneficio per i bambini: esistono videogiochi e app educative, che aiutano loro nei compiti, nella scrittura, nell’imparare certi concetti…!

Detto questo, come accennato i pericoli ci sono, e perciò non bisognerebbe mai fare a meno della regola che limiti l’utilizzo degli smartphone e dei tablet a un tempo giornaliero (proprio come fa Francesca, la mamma frettolosa). Io, per esempio, concedo trenta minuti al massimo. I miei bambini ormai lo sanno, e sanno anche che non ci sono eccezioni, e per questo non contestano. Quando i bambini fanno capricci o piangono, danno il tormento e tentano in tutti i modi di prolungare al massimo questo tempo, spesso è perché dopo un po’ ottengono ciò che vogliono. Quindi la regola deve essere ben ferrea, e senza alcuna eccezione, in modo che diventi un’abitudine.

Questa tendenza riguarda non solo la tecnologia, ma le regole in generale: quando si dà ai bambini una regola, è sempre bene spiegarla (in modo che capiscano i motivi e non la vedano come un’imposizione fine a se stessa) e poi evitare le eccezioni, in modo da limitare i capricci, stroncandoli sul nascere. Certo, ci saranno pianti o urla qualche volta, ma probabilmente sarà semplicemente perché i bimbi sono particolarmente stanchi o provano qualche malessere di sorta; ma questa è un’altra cosa.

E chiariamo una cosa: limitare l’uso dei tablet, dei computer e degli schermi in generale non è un capriccio dei genitori. Questo consiglio ha basi solide, poiché purtroppo, ormai si sa, l’abuso di tecnologia ha pericoli veri sulla salute cognitiva del bambino. Quando abituati a passare troppe ore davanti allo schermo, i bambini sviluppano una tendenza comportamentale a chiudersi, a diventare scontrosi, a fare i famosi capricci. Questo per due motivi principali: un accumulo di adrenalina in primis (che poi sfocia quando non sono davanti al tablet); e, in secondo luogo, il non viversi la socialità, esplorando così il mondo solo attraverso se stessi (e il tablet).

Se quest’ultimo motivo è però più evidente nell’adolescenza (dato che i ragazzi vogliono utilizzare gli smartphone soprattutto per chattare e socializzare con gli amici - qui, quindi, sì per un motivo sociale, ma sempre chiusi dietro allo schermo - chiedere a mamma Memi, la mamma sportiva, per credere!), nella fascia di età 1-9 le richieste principali sono quelle di guardare i cartoni animati o di giocare.

Il problema alla base, quindi, è principalmente la mancanza di tempo dedicato ai figli (e anche la mancanza di tempo passato nel verde e nella natura). Mi spiego meglio: credo che a molti bambini venga purtroppo dedicato poco tempo, e soprattutto che non venga permesso loro di uscire all’aperto (per scelta ma più probabilmente per non-abitudine). Stare all’aperto è un’esigenza primaria e naturale del bambino. Solo così può sfogarsi e muoversi, essere a contatto con il verde in spazi aperti (e raramente si annoierà, se portato fuori, poiché giocherà con sassi, pietre, piume…) e giocare con materiale destrutturato (terra, erba, acqua…), che gli permette di capire, sperimentare, creare, studiare e inventare, sviluppando così una mente attiva, curiosa e intraprendente.

Limitare quindi l’utilizzo di tecnologia è il nostro consiglio. Ma, soprattutto, ricordiamoci che i bambini ci imitano e imparano dal nostro esempio. Come può un bambino rispettare la regola del non abusare dei videogiochi quando vede mamma e papà sempre attaccati a questi aggeggi? I bambini imparano dall’esempio, e non dalle parole, e “4Mamme” ce lo sta mostrando sempre più concretamente di settimana in settimana!

 

 

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