Cos'è il digiuno breve e come funziona

Il nostro corpo è una macchina efficientissima: esso sa regolarsi in base alle nostre esigenze, ma anche noi possiamo essere in grado di modificare le sue reazioni per avere benefici a lungo termine. Lo sapevate?

Pensate solo alle persone diabetiche, che facendo attenzione a fare una corretta colazione possono regolare la loro insulina fino a cena! Ecco, allo stesso modo certi comportamenti alimentari possono stimolare alcuni aspetti del metabolismo per avere effetti positivi che durano nel tempo.

Il digiuno breve può essere considerato una pratica di questo tipo: non una limitazione prolungata all'assunzione di cibo, ma solo qualche mese al giorno. In questo modo i benefici sarebbero davvero ottimi, lontani dai danni causati dai digiuni di lunga durata.

Ecco cos'è il digiuno breve e come funziona: come l'assunzione limitata di cibo per qualche giorno al mese può dare una spinta reale al metabolismo

Il digiuno è da sempre una pratica conosciuta e diffusa. Molte religioni (come l'Islam con il Ramadan e il cattolicesimo con il venerdì di magro senza carne e alcolici, o i diversi giorni di astensione dal cibo previsti dall'ebraismo) lo prevedono, e non solo per le proprietà metaforicamente depurative: la depurazione è reale, e i suoi benefici sono provati. Così come il fatto che la restrizione calorica, ovvero un'attenzione più focalizzata sul non assumere troppe calorie, è causa di longevità rispetto a chi sceglie diete ipercaloriche.

Il digiuno breve si inserisce così in questa prospettiva, né più né meno, e vuole essere una pratica per migliorare l'organismo senza ricorrere alle solite diete iperproteiche che di fatto affamano in maniera pericolosa l'organismo.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista di settore "Cell Metabolism" ed è stata condotta dal dott. Valter Longo dell'University of Southern California di Los Angeles. In poche parole, il dott. Longo spiega come brevi periodi di digiuno possano avere effetti positivi sull'uomo.

I benefici si ottengono, praticamente, perché attraverso questi brevi digiuni distribuiti durante il mese viene stimolata la produzione di una particolare proteina, la FSP27, che favorisce lo scioglimento del grasso, modulando così le funzioni metaboliche. 

Si crea nel corpo una sorta di memoria metabolica, che con il digiuno agisce più velocemente rispetto a quando si mangia troppo, e che quindi dura di più (per questo bastano pochi giorni al mese!).

Il digiuno breve vuole puntare alla riduzione delle malattie legate alla sovralimentazione (come i tumori e i problemi cardiovascolari) e all'allungamento della vita.

Lo studio ha quindi preso in considerazione (dopo i test sugli animali, che hanno provato un miglioramento e un allungamento della vita: i topi che seguivano questa particolare dieta vivevano in media tre mesi in più rispetto ai compagni - e tre mesi, nella vita di un topo, sono parecchi) diciannove volontari che hanno provato per cinque giorni al mese a limitarsi all'assunzione di circa 700 calorie, mantenendo la dieta "normale" per tutti gli altri giorni.

In soli tre mesi i miglioramenti sono stati incredibili: il glucosio nel sangue è sceso (come la resistenza insulinica, che è diminuita), il grasso addominale si è ridotto, così come sono scesi i livelli di proteine responsabili delle malattie cardiovascolari e si sono ridotte le transaminasi. 

Il peso gradualmente scende, quindi, e insieme al dimagrimento il corpo ne guadagna in vera salute.

Non tutti possono effettuare il digiuno breve, è quindi fondamentale chiedere prima di tutto consiglio al proprio medico di fiducia. 

Ma come funziona il digiuno breve? Può essere effettuato secondo due modalità:

1. La prima prevede l'astensione dal cibo per un periodo di 16-17 ore eliminando il pasto serale: di giorno è assolutamente sconsigliato perchè il processo di eliminazione di tossine avviene la notte e l'accelerazione metabolica non si verifica se si salta la colazione o il pranzo. Durante queste 17 ore è concessa anzi obbligatoria l'assunzione di acqua e volendo anche tisane e un estratto di sola verdura e zenzero (ad eccezione di carote, zucca, zucchine e pomodori). 

2. La seconda modalità, illustrata in precedenza, è l'assunzione ridotta di cibo durante la giornata per un totale di circa 700 calorie. 

La frequenza con cui si è effettua questo digiuno non deve essere in nessun modo continuativa: gli esperti consigliano 2 giorni, 3 a settimana al massimo. Il resto del tempo è necessario seguire un'alimentazione sana a base di verdura, un po' di frutta, cereali integrali in quantità moderate, pesce e poca carne, uova e formaggio. Chiaramente evitare zucchero bianco, grassi ideogenati e bibite gasate. 

La redazione di mammapretaporter.it

 

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Sara

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Cecilia

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